"Una passione che si rinnova"

Intervista a S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica

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Dal 18 al 21 novembre 2015 si svolge a Roma il Congresso mondiale "Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova", promosso dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica. Alcune domande al segretario della Congregazione, S.E. Angelo Vincenzo Zani, consentono di anticipare l’evento, che coinvolgerà quanti operano nel campo dell’educazione cattolica.

Come è nata l’idea di un Congresso mondiale sull’educazione?

L’idea nacque da un’esortazione del Papa emerito Benedetto XVI. Durante un incontro, dedicato proprio al tema dell’educazione, chiese di ricordare due anniversari, che sarebbero ricorsi nel 2015: il 50° della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis e il 25° della Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae.
I Cardinali e i Vescovi del nostro Dicastero, durante i lavori della loro Assemblea Plenaria, hanno raccolto quell’invito, mettendo in cantiere l’organizzazione del Congresso.

Quali sono, per sommi capi, i contenuti dei due documenti?

Con la Gravissimum educationis, il Concilio richiamò tutti i battezzati all’importanza della questione educativa. Lo fece formulando orientamenti ancora validi per affrontare le sfide attuali: la rivendicazione del diritto universale ad essere educati e istruiti, la tesi secondo cui la cultura e l’educazione non possono essere asservite al potere economico e alle sue logiche, il richiamo a sostenere la partecipazione della donna nella vita culturale.
Il cuore della Costituzione apostolica Ex corde Ecclesiae, del 1990, è invece da ricercare nell’attenzione all’università cattolica: con essa Giovanni Paolo II voleva favorire il dialogo fra la Chiesa e gli uomini di qualsiasi cultura, ma anche invitare gli studiosi a prendere consapevolezza delle implicazioni etiche e morali delle loro ricerche, evitando una concezione particolaristica del sapere.
Sono entrambi documenti di straordinaria attualità, da cui partire per rilanciare l’impegno della Chiesa in ambito educativo.

Come vi siete preparati al Congresso?

La riflessione preparatoria, iniziata nel 2012 con un seminario di esperti, si è avvalsa di un Instrumentum laboris, un documento agile, pensato come aiuto alle Chiese locali, alle Congregazioni religiose e a tutti gli operatori delle scuole e delle università cattoliche.
In appendice al documento abbiamo formulato un questionario, le cui risposte sono state sorprendenti per numero e per qualità: migliaia di riflessioni, frutto di convegni e incontri organizzati a livello locale per approfondire gli argomenti proposti. Aver ordinato le domande sotto quattro categorie (identità e missione - soggetti dell’educazione - formazione – sfide) ha reso più facile l’analisi delle risposte, suggerendo di impostare il programma del Congresso in base a questi stessi argomenti.

A chi è aperto il Congresso?

L’invito è rivolto a tutti coloro che, nel mondo, operano nel campo dell’educazione cattolica a livello scolastico e universitario. Con la Gravissimum educationis il Concilio Vaticano II non ha voluto consegnare alla Chiesa un documento di carattere dottrinale, ma offrire una mappa di principi ai quali potessero ispirarsi tutti coloro che sono impegnati nel campo educativo. Sono gli stessi soggetti che oggi vogliamo coinvolgere.
L’invito è stato raccolto anzitutto dalle scuole e dalle università cattoliche, che già si stanno iscrivendo sul sito www.educatio.va.
Quale è la loro presenza nel mondo? Le istituzioni formative cattoliche sono presenti in tutti i continenti: le scuole cattoliche sparse nel mondo sono 213 mila, frequentate da 59 milioni di studenti; le università cattoliche sono 1.365, mentre vi sono 500 facoltà e istituti di studi ecclesiastici.

Quali sono gli obiettivi del Congresso?

Intendiamo riflettere, con uno sguardo globale, sul contribuito che la comunità cristiana può offrire in contesti multiculturali, multireligiosi e in rapido cambiamento.
Il Congresso darà alle scuole e alle università cattoliche un’occasione di dialogo per precisare, alla luce del Magistero, l’identità e la missione delle istituzioni formative; per tracciare il profilo dei soggetti della comunità educante; confermare la necessità della formazione iniziale e continua dei formatori; per condividere le prospettive di impegno di fronte alle sfide di oggi e domani.

 

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